Sono quel che sono. Amo ciò che amo. Vivo e sempre muoio.
Non chiedetemi di essere ragionevole, logica e organizzata. Non lo sarò. Non lo so fare. Io vedo con il cuore, dipingo con le lacrime, al posto di penne e pennelli uso le ciglia. Metto il mascara, spalanco gli occhi, lubrifico col collirio.
Vado in giro per il mondo, cammino lentamente, bevendo molta acqua. Ma di scrivere seriamente non se ne parla. I depravati non mi piacciono. Prego spesso, per capire cosa diavolo accade alla mia anima quando si emoziona. E per capire fino a dove arriva la lama. Chi dice l’ottavo, chi dice il nono chi dice il decimo mondo.
L’acqua che mi sta attorno vibra, le tonsille le avrei dovute togliere da piccola. E quando mi viene la febbre accendo tre candele, due sigarette e qualche inceso che profuma di morto.
Di lavoro faccio niente. In tasca non ho un soldo, le case dove ho abitato me le hano distrutte i terremoti.
E, in quanto poetessa di immagini, dipingo poesie.
Vita La Roux
che bella.
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