Salvador Dalì: pazzi si nasce

La verità è che sono agitata all’idea che il 22 settembre portano a Milano le tele che hanno segnato parte della mia sensibilità visuale. Mi portano Dalì, Salvador Dalì. No, non mi sento ancora pronta. Allora ripasso cose di lui, che normale non era. Neanche visto da vicino. Ecco 10 chicche del nostro pazzo baffuto pittore catalano.1) Salvador Dalì aveva un fratello che si chiamava Salvador che è morto di meningite prima che lui nascesse;

2) Vestiva dandy, con giacche di velluto blue elettrico ti po quelle di Claudio Santamaria in Romanzo Criminale;

3) Dalì amava Picasso (nel senso: le sue opere);

4) I baffi lisci allineati all’insù sono un omaggio a Velàsquez;

5) Il suo capolavoro, La persistenza della memoria, è una presa in giro sulla rigidità del tempo;

6) Dalì si rifiutò di condannare espressamente il fascismo,

7)Una volta si presentò a una conferenza stampa sul surrealismo a Londra vestito da Polmbaro (ecco a chi si ispira Nanni Moretti in Ecce Bombo) con in una mano una stecca da biliardo, e con l’altra a guinzaglio due levrieri;

8) Dalì è l’autore del logo dei Chupa Chups;

9) Dopo la morte nel 1982, della sua musa e moglie chiamata Gala, Dalì tenta il suicidio non bevendo;

10) Il Tristano e Isotta di Wagner è la sua opera musicale preferita.

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