Quattordici gennaio

Papino versione Beatles ♥️

Ci siamo di nuovo. E‘ quattordici gennaio per l‘ottava volta consecutiva senza te papà. Che sembra ieri, o sembra mille anni fa, che agonizzavi in quel letto troppo grande, per te che ormai eri diventato così piccolo.
E certo che sono stata un‘orfana fortunata io in questi otto anni, bambini, case, caldo, coccole, amore, occhi illuminati di gioia un sacco di volte. sempre mi è sembrato tuttavia che mi mancasse un arto. E certo che si può vivere pure da amputati. Si vive: trapano muri, faccio traslochi, cambio lampadine, puliscono il filtro alla lavatrice, microfoni cavi HDMI, tutto spazio senza poterti chiamare mai. Mai.
Scopro nuovi difetti dei tedeschi, scovo tubi catodici abbandonati per strada, prendo in giro gli svizzeri, senza poterti chiamare mai. Mai.
Mi sveglio tutte le mattine da otto anni e il primo pensiero è: nocazzoe‘morto. Ficco la testa sotto al cuscino, mi do una scossa, e a muso imbronciato mi faccio un tè. Non fumo più non bevo più. Mi sono venute le rughe. Due figli, i capelli sempre quelli con qualche filo bianco. ancora vegetariana, quanto ti ho fatto arrabbiare. Mi fa sempre ancora un po‘ male la pancia.
E via si va avanti un altro giorno. Avevi ragione col fatto che prima poi ci sommerge uno tsunami e buonanotte ai suonatori. E menomale che mi hai insegnato ad adattarmi e a godermi la vita con poco.
Senza te si vive ancora meglio giorno per giorno. Ormai non ho più scuse.

Lascia un commento