Una tua parola sull’oggi

Come vorrei una tua parola sull´oggi.
probabilmente stringeresti i denti. Con la bile nel cuore e il sangue negli occhi mesti, mi diresti: non ti curar di loro, forza, avanti, tutto passa. La Palestina in un modo o nell´altro presto o tardi sara´ libera. Mentendomi, forse, per farmi felice.

Per te che hai disertato guerre e servizi militari,
pe te che guardavi con sospetto i potenti con le armi in mano.
Per te che volevi una vita vuota e avresti reaglato una terra di ulivi a un palestinese, se ne avessi trovato uno. Per te che gli alberi li piantavi e gli animali li proteggevi.
per te. Vedere questo scempio di corpi, teste mozzate, adolescenti in brandelli. giornalisti che con dignita´ cercano di trattenere le lacrime, centomila tonnellate di bombe che manco la berlino nazista del 1945, le urla per la fame, le morti per la scabbia, la voglia di morire dei bambini, la costante messa in stato d´accusa degli uomini-padri, gli ulivi, di nuovo loro, ottomila, sradicati. Forse sei dovuto andare via da qui prima. Per tempo. Per risparmiarti il genocidio. Altrimenti si, saresti morto di crepacuore.

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