Quaranta anni fa la fotografia di Kim Phuc Phan Ti, bimba di nove anni che correva nuda e disperata, con addosso i segni del Napalm, contribuì a gonfiare l’opposizione della guerra in Vietnam e a decretarne l’esito. La bomba di fabbrica statunitense realizzata con un addensante miscelato al petrolio e ad altri combustibili, all’esplosione raggiunse i 1.200 gradi celsius. Ti si fonde il cervello.
La foto fu scattata dall’Associated Press e portò le prove al mondo intero di come il napalm poteva erodere i corpi umani fino alle ossa. Kim è sopravvissuta. Si porta addosso le cicatrici delle guerra. Vive a Toronto ed è ambasciatrice dell’Unesco. Oltre che un’attivista dei diritti umani.