Già lo sapete. La Crisalide d’aria è l’interspazio cerebrale, tra una membrana, una stringa, una sinapsi e tutte le altre dove lubrificare energia, creare ossigeno, mentenersi vivi. E poco importa che l’olio stia a Berlino, Milano, New York, che sia nuovo o d’annata. Così per il nuovo anno Crisalide è andata a Dresda. La chiamano la Firenze dell’ELba, pure se assomiglia a Budapest. Dicono che sia un covo di nazisti, di fatto africani e kebap per strada non ce ne sono. Più facile incontrare un tedesco con le guaciotte gonfie di birra, che non parla inglese, affiancato da moglie in pelliccia, alla guida, lui, di un mercedes verde smeraldo.
Per quanto ce ne sarebbe di male da dire su Dresda, la capitale sassone ha due pregi: si è collezionata un bel gruppo di quadri, una volta ai tempi di Augusto il forte (‘700) ha abitato un orafo, tale Johann Melchior Dinglinger, che ha usaato i noccioli di ciliege più o meno come Michelangelo usava il marmo per farci la Pietà.
Passeggiare per la città è semplice. Il bello sta tutto vicino nella Alte Stadt: il giardino dei ricchi, la pinacoteca, la chiesa di nostra signora (unsere Frau!), le birrerie.
Della Pinacoteca ricordo me ne parlavano anche i professori al Liceo. E pure se non è contemporanea per un cazzo, tiene testa a Uffizi, Galleria Borghese, o Brera. Certo, direte voi. Facile avere una Pinacoteca figa se poi dentro ci metti Raffaello, Giorgione, Canaletto. Questi per la precisione.
Per stare un po’ esotici c’era pure qualche vellutatissimo Vermeer;
o quel comunista di Liotard, che con un vassioio ci ciccolata calda trasformò una cameriera in una star.
Eppure la cosa che ho amato più di Dresda – oltre alla rievocazione storica del bombardamento alleato del 1945 (città rasa al suolo, 20mila morti) che si tiente ogni anno la notte di capodanno sulle sponde del fiume quando città nuova e città vecchia fanno a gara a chi ce l’ha più lungo lanciandosi da parte a parte rauti, fuochi e varie sorte di razzi – dicevo a parte questo, ho amato tanto i noccioli di ciliegia usati dal nostro orafo di corte.
Detto questo, credo, in generale, che non sia una gran consolazione scoprire che solo tu, e nessun altro, sei il gesù cristo di te stesso. Per questo vi dedico Johnny Cash per questo 2014.