L’alba a Berlino di maggio, tu non la racconti
neanche col profumo del pane appena sfornato condito con l’olio dell’Italia del sud.
E non fa niente che qualcuno balla lontano da qui
e non fa niente che tu mi avevi promsso che l’ecstasy non non l’avresti mangiata,
loro, gli uccelli, hanno capito che la felicità è una cosa seria,
che non ha niente a che fare con il nostro lamento per la donna morta ficcata dentro al vaso.
Lei è già cenere, e non le frega un cazzo che tu preghi come un dannato.
Lei è già cenere, e vola in cielo tutte le volte che aggiungi il sale nella polenta.
Polenta bollente come un carbone che arde, mentre il sale, una volta, non ricordo di preciso quando, era il suo cuore.