Inverno

Ricordo ancora il sole,
a novembre le lacrime sul mio balcone
ricordo la tremenda verita’
di quel ultimo dicembre di sei anni fa.


Vorrei poter non dover commettere sempre gli stessi sbagli,
Potrei a questo punto non dover commettere di nuovo gli stessi sbagli;
Ma le persone muoiono, cambiano, se ne vanno.
E lasciano un vuoto tiranno, stalattiti d’oro e tanto affanno.

Sento dire in continuazione:
bisognerebbe vendere, comprare, aumentare la produzione.
E di restare, fermarsi, disfarsi definitivamente delle munizioni?
quello – stano – a nessuno viene in mente. Maledizione

E no, non avevi gli occhi blu, tu
E sì. Quel tramonto rimarrà il nostro eterno dejavù
La tua voce come una scheggia ancora in testa riecheggia
Vestita di nero, d’inverno, il cimitero sembra ancora più vero

Le case di quel paese lontano, sono nidi di vespe al contrario.
Poco più a Sud, nel mare, un’immensa tomba liquida, celeste.
Niente di strano se da lì te ne sei scappato,
niente di strano se io lì non ci sono più tornata

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