
La fiamma olimpica sta per raggiungere Londra. E andrà ad accomodarsi nel braciere firmato dallo studio Heatherwick, il team di architetti guidato da Thomas Heatherwick, il designer più osannato del Regno Unito.
E allora il Victoria & Albert museum, senza perdere il richiamo dell’evento, ha deciso dedicare una retrospettiva, la prima, allo studio a quasi due decadi di forsennata attività. La mostra si intitola “Heatherwick Studio: Designing the Extraordinary”. Disegni e le idee vengono prima delle cose. Per questo il museo londinese ha scelto 150 tra prototipi, modellini, bozzetti, provini di Thomas, uno specialista di diagrammi mentali.

Heatherwick è stato consacrato al mondo intero quando ha realizzato il padiglione del Regno Unito all’Expo di Shanghai nel 2010, la Millennium Seed Bank (letteralmente: La cattedrale del seme) un edificio quasi cubico costruito con 60mila fili in fibra ottica trasparente lunghi 7,5 metri ciascuno, per un’altezza complessiva della struttura, di 20 metri.
E siccome al V&A il padiglione non ci stava, i curatori hanno deciso di esporre tutto il materiale preparatorio alla struttura, ivi compresi piccoli prototipi di fibre ottiche. Che sembrano scrigni.
Heatherwick, bell’uomo di 42 anni, intervistato dal Wall STreet Journal smentisce in parte la sua passione per i processi di progettazione, e ricorda che il ruolo fondamentale del designer è fare cose che non sono state fatte prima. Precisando che se non si risolve un problema, la creatività non ha molto senso.
“È necessario migliorare l’esistente o verificare nuove possibilità. Architettura, design, ingegneria e scultura sono quattro strumenti di problem-solving del tridimensionale”.

Nel 2010 il suo team ha creato Spun, un sedia simmetrica e rotante, realizzata in metallo, che si tiene in equilibrio come una trottola.

Nel 2004 aveva creato per la casa parigina Longchamp la famosissima Zip Bag (che tutti i contraffattori di borse d’Italia e del mondo li hanno copiato) e per la città di Londra il Rolling Bridge, zona Paddington. Un vero e proprio ponte che si arrotola su se stesso.

Tre anni dopo ha poi progettato un chiringuito super trendy sulla spiaggia di Littlehampton, Inghilterra del sud, un puzzle scultoreo di nastri d’acciaio arrugginiti, che ricordano, aggrovigliati, le dune di sabbia. E infine la sua opera preferita, la scultura che si trova nel salone di ingresso della Ong Wellcome Trust, una vera e propria cascata di gocce di vetro e metallo alta sette piani di scale, che assume in prospettiva la forma di un bambino.
Con Thomas si sognano cose straordinarie, ma lui sta con i piedi per terra. Gli piacciono le sperimentazioni architettoniche di musei, padiglioni, gallerie d’arte, ma un parco, un ospedale o una scuola, restano a suo avviso, commissioni meravigliose.