L’annientamento della coscienza ha un nome e un cognome: Hjartao Hamast.
Lettere islandesi impronunciabili trasportate da note oniriche, prive di senso, anche per chi le ha messe in fila.
Non e’ una lingua umana. Non e’ un’armonia terreste. Questo fluido di emozioni arriva da universi paralleli, attraversa la rete onirica fino a infilarsi preciso come una freccia olimpica, nel nucleo dell’uomo. E, dopo, non ci sono ne’ parole ne’ pensieri ne’ playlist. Solo un vuoto meraviglioso.