Ci sono stati giorni in cui avrei potuto spostare le montagne, andare all’altare e sbottonare la camicetta per fare entrare, meglio, le radiazioni nel cuore. Oggi mi riesce soltanto scrivere poesie silenziose, dipingere su tele con pennelli impregnati d’acqua, affettare lo zenzero. Mentre guardo il sole morire ad Admiralbrücke, ascolto Charlotte cantare, e combatto, senza muovereContinua a leggere “E il vascello di Reykjavik salpa ancora”
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Ed eccone un’altra. Bella come il fondo del mare
Non ci posso credere, ecco un altro capolavoro marchiato Sigur Ros. Appena scoperto, come uno scrigno in fondo al mare. E’ tutta per voi. Livio, Alice e due cuoricini minuscoli che battete con me sotto il cielo di Berlino, tra Donaustrasse e Pappelalle. Hann er bæði um borði Sjó og landi bjargandi Flugunum sem farastContinua a leggere “Ed eccone un’altra. Bella come il fondo del mare”
Tramonti d’estate
“io una di queste mattine mi alzo presto e voglio andarmi a vedere l’alba. Mi sembra un’ingiustizia che guardiamo sempre il tramonto”. Cit. A.r.
Popplagid, quanto dura dura
come a Verona poco fa. Cuore piccolo così, lacrime.
Look at this pic!
Questa è Teheran, Iran. Ma se volete fare un salto in Islanda, in questo preciso momento, sintonizzatevi su Radio Rai 2. Sigùr Ros, live.
Irridere all’armonia…
… Significa creare una melodia con un disco rotto e trasformare lo schiocco della lingua in un colpo di xilofono. Solo i beatles con revolution number nine erano arrivati a tanto. (leggi post precedente e pigia play sui sigur ros).
L’annientamento della coscienza
L’annientamento della coscienza ha un nome e un cognome: Hjartao Hamast. Lettere islandesi impronunciabili trasportate da note oniriche, prive di senso, anche per chi le ha messe in fila. Non e’ una lingua umana. Non e’ un’armonia terreste. Questo fluido di emozioni arriva da universi paralleli, attraversa la rete onirica fino a infilarsi preciso comeContinua a leggere “L’annientamento della coscienza”