Sono andata ad Auschwitz,
non certo per veder spezzate le matite di Charlie.
Lì in Polonia anche i pini hanno smesso di crescere.
Il nonno si occupava della resurrezione dei ricci,
il padre spianava il giardino bucato dalle talpe
la mamma dal canto suo, il bucato lo stendeva in giardino.
Grande cazzata. Con tutto il nero che c’è nell’aria.
Fossi in lei non lo farei
gela la colza
gela la segale
gela la cenere
Sono andata ad Auschwitz,
non certo per bermi un caffé al Mac Donald
La bambina nata nel 1942 si è salvata.
Sua madre no. E’ uscita che pesava 25 chili,
In compenso con suoi i capelli d’oro
ci hanno tessuto una rete
con cui i pescatori dell’Elba ancora oggi vanno a lavorare.
Se fossi in voi
il genocidio lo rifarei
le stufe le accenderei
nel crematorio numero sei
Sono andata ad Auschwitz,
non certo per dare giudizi al vento.
Lui se vuole ti spezza le ossa,
Lui per sua natura è cattivo,
Lui ha il compito di disperdere
i fumi di rogo umano.
Se fossi stata al mio posto
te ne saresti scappata
Cappadocia ad ogni costo
cavalli impazziti
matita spezzata.