
Ci vuole la neve d’Aprile, a noi schiavi di solo sentire
Dire basta, comunque, non lo sappiamo fare
Letti volanti, abbracci pesanti
Tutt’odora di cera impregnante
Sembra ieri dormirti di finaco
Sparito. Cosi’. Di punto in bianco
Io qui a contare le costole, mi metto a correre,
Come trafitta da cento pallottole
Il corpo invecchia, trascino sorrisi
Li cerco disperata in tutti i tuoi non-visi
L’incanto finale delle cose andate a male
Non ditemi “lo sapevi: e’ cosi che doveva finire”
Anelo affamata il tuo odore.
Ancora sentire
Non mi arrendo,
cado, sanguino, quasi morire
Non mi rassegno a nulla di meno,
estremo il piacere
Che dura un istante,
che crea il vuoto,
scatena bufere e mille notti nere
Poi urlo in silenzio, per giorni interi,
compro ancora qualcos’altro
Cerco di dormire.
Invano. Passano le ore.
E poi a un certo punto,
senza alcun preavviso,
mi rialzo dal mio divano