Là dove per qualche mese si è provato a combattere il capitalismo (un metro da Ground Zero, tre metri da Wall Street, cinque metri da casa mia), là dove il mio coinquilino, quel pazzo di Jordan, passava le giornate a esibire tonnellate di materiale cartellonistico-sovversivo preparato in quel loft puzzolente di Brooklyn sulla Flushing Avenue’, là dove oggi balla Emily che pare il Parterre della mostra internazionale del cinema di Cannes. Ecco proprio là oggi, stanotte, sembra che le Torri gemelle se le siano dimenticate, che il crollo di Lehman Brothers pure, milioni di senza lavoro, senza tetto, senza cibo anche. E al di là del fatto che Emily e brava da morire, ora credo che il capitalismo non lo si combatte con le sue stesse armi. Non lo si combatte da Zuccotti Park se a Zuccotti Park intanto che inaugurano la Freedom Tower con la mano sul petto cantando l’inno americano, attrezzano un palcoscenico degno della Scala di Milano. Per combattere il capitalismo mi sa che ci vuole qualcosa che sappia di est, qualcosa che profumi di Loto, qualcosa di silenzioso. Senza luci a neon e gambe perfette. Ma questo è un mio pensiero buddista. Ecco.