Parallelepipedi irregolari, spazi deformi, mondi capovolti,
Pareti sciolte, corridoi voraci, contro-soffitti stravolti,
Nella nave canta un violino ungherese
a un certo punto il suono del mare resta sospeso
si sente un urto, uno squarcio, sembra quasi uno scherzo
Al giglio, al buio di notte le sue urla, di acciaio, lei affonda
Concordia. Concordo: infinita (o forse nessuna) Misericordia
Inclinata, lacerata, di fianco distesa sembra quasi che dorma
si muore a tentoni nei vicoli cechi, nell’acqua corrosi
L’idea: una piroetta, un saluto, un pesantissimo inchino
Addio a chi di 13 o di 14 o di mieloma (piu’ che una data, un destino)