
Eccolo là, lo specchio che dice la verità
lui vede, tira fuori codesti mostri
dopo un eterno weekend (di quelli che durano trent’anni),
Era stato promesso ancora una volta distillato di cuore rarefatto
tra tiramisù, una pizza, un genitore, le coccole a un gatto.
E invece un immenso dolore negli arti, nelle viscere,
in quel muscolo che calcola la cronica mancanza (eccolo, sempre lui) di amore
Questo è un grido disperato, di chi il senso della vita da tre decadi si è giocato
E tutto il sale, il brio, quella fragranza interna si traduce in uno sterile vano tormento
Dentro una pioggia di luci, mille generali a volte fedeli a volte sleali
la matrice, l’algoritmo, l’hashtag, e un’altra parola chiave sbagliata.
E il ricordo di luna di lupo blu, la neve e il desiderio di allargare gli spazi,
continuando a contorcersi in una gabbia d’oro, pulita, piccola, priva di specchi.