
Dimentichiamoci per un attimo la meravigliosa retrospettiva dedicata a Cindy Sherman al sesto piano del Moma. E’ probabile che il The best show del museo oggi stia al piano numero tre. Almeno questo pensa Margaret Doyle, direttrice della comunicazione del museo e portavoce della curator Paola Antonelli. La mostra si intitola The exquisite corpse drawings, intendendo per corpse, cadavere, e raccoglie opere minori di artisti maggiori del Surrealismo come Joan Miró o più tardi come Jackson Pollock e Marcel Dzarma.
Contrariamente allo spessore delle personalità artistiche presenti, la mostra risulta omogenea.

Mirò gioca con la sessualità rendendo il copro scandalosamente ermafrodito. Non solo: a un lato ci appiccica una paperella gialla molto simile a quella diventata icona della grafica del web.

Mentre Hanz Bellmer piazza la sua “bambola” (doll) al buio e la rappresenta attraverso un rendering tridimensionale, di quelli che si usano nei progetti di architettura. Ma a quei tempi Adobe Illustrator allora ancora non esisteva. Né rendering né paperella.