A Toronto il riscatto dell’arte iraniana. Prossimamente.


Retaggio giornalistico. Quando leggo di artisti iraniani, vengo colta da un’irrefrenabile voglia di schierarmi con loro nella battaglia per la libertà.
Io lo so, perché me lo hanno detto, che c’è poco spazio per la libera espressione, la creatività, la critica del sistema. A Teheran.
E infatti gli artisti in genere, stanno altrove.  Se possono fanno come Saviano in Svizzera (ero ironica). Criticano dai loro luoghi di esilio, che non ho capito perché, spesso è il Canada. Sennò rischiano la vita a casa loro.
E proprio Toronto, con lo scoppiare della primavera, li chiama a parlare. E dedica loro tre mostre.

Alla Gallery 44, dal prossimo 4 maggio, andranno in scena alcuni lavori di Samira Eskandarfar, Amirali Ghasemi, Abbas Kowsari, Zeinab Salarvand, Arman Stepanian (l’istallazione qui sopra), e Sadegh Tirafkan.

Amirali Ghasemi, Donne al bar
Amirali Ghasemi, Donne al bar

Allora riprendono donne rilassate nei caffè della capitale (le lasciano il velo, ma le tolgono il volto), o raffigurano improbabili centurioni di Persia a torso nudo con i maceti in mano. Non un’operazione a rischio zero. Confondibile, da quelle parti, con la pornografia.

Paris Hilton, secondo Mazinani Sanaz
Paris Hilton, secondo Mazinani Sanaz

A due passi dalla 44 Gallery, in casa Stephen Bulger il giorno successivo, va in scena la politica, i media. Questa volta è un Solo di fotografia di Sanaz Mazinani, una donna che esamina lo straniamento percettivo dell’uomo bombardato dalle immagini di guerra e del consumismo. I suoi sono collage fotografici che somigliano a rappresentazioni di frattali. Manziani affianca Paris Hilton a un attentatore suicida. Mi ricorda tanto i fotomontaggi Aleksandra Domanović quando raccontava la storia dei Balcani attraverso frame di rave party.

E lei che il suo Paese dal lontano Canada deve amarlo parecchio, si era già sforzata di dare un’immagine del’Iran in chiave moderna. Attraverso foto di donne che leggono riviste nell’autobus, dettagli di design contemporaneo nelle moschee, giovani pellegrini sdraiati al sole nelle verde che circonda i centri di preghiera.

E per concludere, alla Camera Gallery, il 12 maggio, sempre a Toronto, andrà in scena un film firmato dallo stesso Ghasemi, quello delle donne senza volto. Racconta la vita dell’artista iraniano e tutte le menate con cui questo poveraccio deve confrontarsi giorno dopo giorno. E’ la storia di una generazione under 35. E’ la storia di arte col bavaglio. Come quella di cui ho già parlato su Crisalidedaria riferendomi a Pooya Razi.

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