Few words. The first Frank Gehry’s Fish lamps exhibition is ready to depart. Beverly Hills and Paris @ Gagosian Gallery from 11th Jan to 9th March. (Gehry the one who designed Guggenheim in Bilbao, yes that one). California is not so far. I mean, for someone, at least. The other half of the world can just getContinua a leggere “O’ Gerhy the Fish: from OC to Paris, via Gagosian”
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The best text ever
“If I’ll be the cure, will you be my disease?” If I will find another man fool enought to merry me, at least he has to tell me something like this. The sentence is the catch-phrase of the “the superficial assence of the deep apparence”, the first Solo exhibitions of “La pizzeria”, an established italianContinua a leggere “The best text ever”
Franziska Strauss: Grazia e movimento in un unico clic
SI possono amare tante cose. Si possono amare la spigolosità e la grazia dei movimenti di Pina Bausch. Si possono amare le fotografie leggermente fuori fuoco di Frank Capa. Si possono amare le linee scattanti del futurismo italiano. Oppure si possono amare tutte e tre le cose. Una sintesi perfetta di grazia, velocità e fuoriContinua a leggere “Franziska Strauss: Grazia e movimento in un unico clic”
Quel genietto di Mark Mayer, @Fellini Gallery
Mi sono perdutamente innamorata di Mark Mayer. Austriaco, classe 1983, sparge colore e senso estetico che ti entra dritto in pancia. Dai suoi lavori si capisce subito che ha lavorato per strada – street art, intendo – per una dozzina di anni. E che ha dosato sapientemente acrilico, grafite, ritagli di giornali, olio e pezziContinua a leggere “Quel genietto di Mark Mayer, @Fellini Gallery”
La caducità si fa un tuffo in piscina (che però è vuota)
Tracce di rossetto sui mozziconi di sigarette, tappeti di sterpaglie bruciacchiate che un tempo erano foresta, o sagome tenui di noi stessi che sembrano fantasmi che vediamo ogni volta che un autobus ci attraversa la strada, ma che poi, di colpo, dimentichiamo. O ancora: il relitto di una piscina olimpionica. Questa è la poesia diContinua a leggere “La caducità si fa un tuffo in piscina (che però è vuota)”
Al Pac va in scena vossignoria La noia
Allora io al Pac, padiglione di arte contemporanea a Milano, per vedere la mostra di Elad Lassry, ci sono stata. Mi sento di dire a chi l’avesse mancata: dormite pure sereni. L’opera di questo giovanissimo israeliano con passaporto americano (classe 1977) rivelazione della Biennale di Venezia 2011, vale pure la pena di non essere vista.Continua a leggere “Al Pac va in scena vossignoria La noia”
E Cattelan lanciò il suo blog
Dopo Toilet Paper, dopo la Wrong Gallery, dopo Family Business, ecco il blog della galleria del mio uomo, Maurizio Cattelan. Lanciato proprio oggi. http://familybusiness.us/
Lupin ruba (e poi restituisce) il Don Giovanni di Dalì
Hanno rubato un Dalì. Precisamente il Cartel des Don Juan Tenorio, realizzato nel 1949, del valore di 150 mila dollarazzi. Il Cartel in questione era la locandina (Dalì è quello che ha disegnato l’incarto delle Chupa Chups. Sì, i lecca lecca) di una delle mille riedizioni teatrali del Don Giovanni. Nella fattispecie Dalì prestò laContinua a leggere “Lupin ruba (e poi restituisce) il Don Giovanni di Dalì”
C’era una volta in via Margutta…
Ogni città ha il suo salotto buono. Ogni città nel suo salotto ha il suo angolo dedicato all’arte. Così a Milano quell’angolo di salotto si chiama Brera, a New York Chelsea, a Roma via Margutta, a Londra Myfair, a Napoli via Chiatamone. In questi quartieri esclusivi, piccoli, un po’ in disparte, si sono concentrati iContinua a leggere “C’era una volta in via Margutta…”
A Toronto il riscatto dell’arte iraniana. Prossimamente.
Retaggio giornalistico. Quando leggo di artisti iraniani, vengo colta da un’irrefrenabile voglia di schierarmi con loro nella battaglia per la libertà. Io lo so, perché me lo hanno detto, che c’è poco spazio per la libera espressione, la creatività, la critica del sistema. A Teheran. E infatti gli artisti in genere, stanno altrove. Se possonoContinua a leggere “A Toronto il riscatto dell’arte iraniana. Prossimamente.”
Cattelan has more and more penises. Oh yes!
C’era anche lui – d’altronde la galleria è la sua – ieri sera alle 8.30 newyorchesi in fila per un bicchiere di rum al bar improvvisato davanti alla Anna Kustera Gallery della 21esima West a Chelsea. Kustera è la gallerista che gli ha prestato lo spazio per la sua Non commercial gallery (il museo dellaContinua a leggere “Cattelan has more and more penises. Oh yes!”
Se la stalker fosse femmina
Allora assomiglierebbe a Sharon Stone. E a darle un volto pittorico, ci ha pensato Janet Werner. Da domani, 29 marzo, in mostra alla Parisian Laundry di Montreal. Mi piacciono i franco canadesi e mi piace pure il nome di questa galleria, lavanderia parigina dentro.