V. Sai io ho questo brutto vizio di chiedere a tutti neanche li conosco, il segno zodiacale. Cioè sono una che ha studiato, che non crede in nessun dio, che è molto attaccata alla tavola periodica degli elementi, ne’ tanto meno subisce il fascino della magia nera. Eppure l’idea di essere nati sotto una certaContinua a leggere “Nata sotto il segno del gruppo sanguigno A”
Archivi dell'autore:Vita La Roux
Extreme Ironing
A new version of van Gogh’s Self-Portrait produced by Philips.
The Korean holiday (by a french woman in the red dress)
Da-reun na-ra-e-suh, In another country, the title in english, is the last movie of cult Korean writer-director Hong Sangsoo. Usually I do not write reviews about movies. But, yes, I met him at the German Premiere tonight, at the Arsenal Kino in Postamer Platz. After a long cue I took the last ticket, without reservation.Continua a leggere “The Korean holiday (by a french woman in the red dress)”
Muro, socialismo e nazismo: 40 anni di Berlino divisa @Berlinesche Galerie
Jörg Knöfel A un certo punto entri un un cubo di metallo. Poi scoprirai di essere un labirinto dalle pareti alte e sottili. Quasi si piegano. Una volta all’interno, segui la sequenza di immagini – foto – che tanto somiglia alla pellicola di un film. I frame raccontano la vita di un mattatoio della DDR,Continua a leggere “Muro, socialismo e nazismo: 40 anni di Berlino divisa @Berlinesche Galerie”
40 years of Wall, Nazism and Socialism @ Berlinesche Galerie
You enter into a metal labyrinth. Inside it, you follow the sequence of pictures arranged likewise frames of a film. Camera film. They tell the day-by-day life of a slaughterhouse in the Deutsche Demokratische Republik. The More You go ahead the more bloody the picture become. The hero is a pig. Or many a lotContinua a leggere “40 years of Wall, Nazism and Socialism @ Berlinesche Galerie”
Wetter
Volevo dire due cose. La prima e’ che a Berlino e’ arrivato l’inverno. La seconda e’ che un freddo cosi’ e’ semplicemente illegale.
Ich bin eine berlinerin
e’ arrivato il giorno in cui parlo di berlino. Le emozioni sono troppe. Le cose da dire anche. Ci prepariamo al natale. I mercatini col glühwiene sono pronti. Le ragazze il sabato notte sorridono con sorrisi semplici, spesso belle bionde con una becks tra le mani (a volte cofane). Oppure dormono serene sulla spalla delContinua a leggere “Ich bin eine berlinerin”
From a picture to a painting
Try to paint the hearts of thousands fireworks. Or just try to make a picture of them. Not so complicate, neither so original. But Tim Lehmacher, a german artist who worked also for several italian and american Galleries, turned white the dark background of the sky and colored any single lapilli. Basically he made someContinua a leggere “From a picture to a painting”
Berlin vs Luzern
Mi padre decise di scappar via dalla svizzera tedesca il giorno che una bambina in bicicletta rimase con una ruota impigliata nei binari del tram, davanti all’indifferenza generale. Cadde a terra. Il tram si avvicinava. Nessuno l’aiuto’. Trentacinque anni dopo, a Berlino, tutti i pendolari di un vagone della U2 delle nove, col sorriso sulleContinua a leggere “Berlin vs Luzern”
Come ti metto in scena il dramma della libertà
Ecco se si dovesse una volta per tutte mettere in scena la liberazione dai legami, con tutto il dramma che la libertà si porta dietro, la si dovrebbe sempre rappresentare così: un vestito rosso di seta che cade morbido sulle curve di una donna che avanza lentamente, col volto cupo, verso l’ignoto. Passo dopo passoContinua a leggere “Come ti metto in scena il dramma della libertà”
Franziska Strauss: Grazia e movimento in un unico clic
SI possono amare tante cose. Si possono amare la spigolosità e la grazia dei movimenti di Pina Bausch. Si possono amare le fotografie leggermente fuori fuoco di Frank Capa. Si possono amare le linee scattanti del futurismo italiano. Oppure si possono amare tutte e tre le cose. Una sintesi perfetta di grazia, velocità e fuoriContinua a leggere “Franziska Strauss: Grazia e movimento in un unico clic”
Quel genietto di Mark Mayer, @Fellini Gallery
Mi sono perdutamente innamorata di Mark Mayer. Austriaco, classe 1983, sparge colore e senso estetico che ti entra dritto in pancia. Dai suoi lavori si capisce subito che ha lavorato per strada – street art, intendo – per una dozzina di anni. E che ha dosato sapientemente acrilico, grafite, ritagli di giornali, olio e pezziContinua a leggere “Quel genietto di Mark Mayer, @Fellini Gallery”
