E’ un capolavoro che ha segnato la storia dell’arte contemporanea. A cinquanta anni dalla morte di Yves Klein, Christie ha venduto FC1 (Fire Color 1) per 36 milioni di dollari. Era il suo ultimo lavoro, realizzato qualche settimana prima della morte prematura avvenuta nel 1962.
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E un grande urlo pervadeva la natura
Qualcuno, mi pare Francesco Clemente o Nicola de Maria, disse che un quadro bello da uno no, si distingue dal fatto che il primo sembra emanare un odore buono. Un profumo. Ma la più potente delle sinestesie non è olfattiva. E’ uditiva. Tu guardi un quadro e senti salire dal profondo delle viscere, le tue,Continua a leggere “E un grande urlo pervadeva la natura”
Ti sfanculano al Moma? Don’t worry, vai da Cattelan
Maurizio Cattelan per portare artisti freschi nella sua galleria newyorkese, Family Business, se ne è inventata un’altra delle sue. Nella pagina Facebook della galleria ha postato il rifiuto formale del Museum of Modern Art alle opere che Andy Warhol aveva spedito al museo negli anni ’50. Family Business specifica: “Got a refuse from MOMA collection? Don’tContinua a leggere “Ti sfanculano al Moma? Don’t worry, vai da Cattelan”
L’arte del voltastomaco: Il caso Tsykalov
Ecco qualcosa che vi farà venire il voltastomaco. L’artista moscovita Dimitri Tsykalov 49 anni, riflettendo sulle crudeltà del mondo, in particolare sulle crudeltà commesse dall’uomo contro i suoi simili, con le armi o con la finanza, spesso ha provocato conati di vomito. Nel 2008, con la serie Meat presentata alla Maison Européenne de la Photographie diContinua a leggere “L’arte del voltastomaco: Il caso Tsykalov”
Un Goya tre volte al giorno
Voglio proporvi un consiglio di Francesco Bonami, rischiando il linciaggio. Per evitare sindromi di boterismo acuto o di pomodorate cruente, lui suggerisce guardarsi un Francisco Goya tre volte al giorno. Tipo Saturno che divora i suoi figli. Ho intenzione seriamente di somministrarmi questo antidoto per un po’.
A Toronto il riscatto dell’arte iraniana. Prossimamente.
Retaggio giornalistico. Quando leggo di artisti iraniani, vengo colta da un’irrefrenabile voglia di schierarmi con loro nella battaglia per la libertà. Io lo so, perché me lo hanno detto, che c’è poco spazio per la libera espressione, la creatività, la critica del sistema. A Teheran. E infatti gli artisti in genere, stanno altrove. Se possonoContinua a leggere “A Toronto il riscatto dell’arte iraniana. Prossimamente.”
Spesso il male di vivere hanno incontrato
Vincent Van Gogh, alcolizzato, si è ucciso il 29 luglio del 1890 dopo essersi sparato un colpo di rivoltella al petto ad Auvers-sur-Oise, Francia, Aveva 27 anni. Paul Jackson Pollock, all’età di 44 anni dopo aver lottato con l’alcol per tutta la vita, si è andato a schiantare in stato di ebbrezza con la suaContinua a leggere “Spesso il male di vivere hanno incontrato”
Alienazione firmata Quay
Non hanno neanche la pagina di wikipedia in italiano, ma Venezia, la mostra del cinema, si ricordò di loro nel 2002 dedicandoli un piccolo spazio. Sto parlando dei Fratelli Quay, Stephen e Timothy, due registi sperimentali e visionari degli ultimi 30 anni, ad agosto in mostra al Moma.
Cattelan has more and more penises. Oh yes!
C’era anche lui – d’altronde la galleria è la sua – ieri sera alle 8.30 newyorchesi in fila per un bicchiere di rum al bar improvvisato davanti alla Anna Kustera Gallery della 21esima West a Chelsea. Kustera è la gallerista che gli ha prestato lo spazio per la sua Non commercial gallery (il museo dellaContinua a leggere “Cattelan has more and more penises. Oh yes!”
La Jugoslavia è un rave party
Mi piacciono quelli che parlano di attualità con l’arte, partendo dai dettagli. Come quando Emir Kusturica nel film Underground racconta i bombardamenti su Belgrado della seconda guerra mondiale, partendo proprio dalle immagini dello zoo cittadino. All’appuntamento con la morte non scampano neanche loro. Così Aleksandra Domanović al Proyectos Monclova, una vetrina di contemporaneo che si è tenuta a MexixoContinua a leggere “La Jugoslavia è un rave party”
Rudavsky come Méliès: se l’eclettismo funziona
Non troppe ore fa ho visto l’ultimo film di Martin Scorsese Hugo Cabret: bei colori bella la stazione di Montparnasse e ovviamente bellissima Parigi. Se c’è lei tutto attorno il film viene bene comunque pure se, come nella fattispecie, la favola è un po’ noiosa. Un altro elemento a favore, Hugo Cabret, ce lo aveva.Continua a leggere “Rudavsky come Méliès: se l’eclettismo funziona”
25 anni fa moriva Andy Warhol
Il Re della Pop Art. Io lo ricordo come lo ricordavno i suoi amici della factory. Come una odalisca fiera tra le sue Campbell Soup.
